Ammirare la città di Napoli da un punto panoramico è un’emozione indescrivibile. Sono tanti posti in cui poter assistere a questo meraviglioso spettacolo, ma il belvedere di San Martino è sicuramente quello più conosciuto. Si tratta di un punto della città collocato in cima alla Collina del Vomero, facilmente raggiungibile anche a piedi, spesso scelto dai napoletani per celebrare compleanni o altri tipi di feste.
Il belvedere di San Martino
Una volta arrivati al Belvedere è possibile imbattersi in una vista che non ha eguali in tutto il resto della città. Qui infatti si può scorgere ogni singolo dettaglio panoramico della città. Si può ammirare non solo il centro storico, spaccanapoli o le famose Piazza Dante e Piazza del Plebiscito, ma anche le parti più remote della città. Inoltre, è possibile anche vedere anche i tanti monumenti che caratterizzano da secoli il capoluogo partenopeo, come ad esempio il Castel dell’ovo o il Maschio Angioino. Per non parlare poi della vista sulle isole campane e sull’intero Golfo di Napoli, ovviamente compreso il maestoso Vesuvio.
Per allargare ancora di più la vista si deve salire sugli spalti di Castel Sant’Elmo oppure sul giardino dei monaci situato nella Certosa di San Martino, dove è possibile allungare lo sguardo fino al porto.
Dal Belvedere si può anche scendere direttamente nel centro della città storica. Basta semplicemente prendere la Pedamentina di San Martino posta ai piedi del piazzale, composto da una serie di gradinate, risalenti al XIV secolo, che collegano la zona collinare con il centro storico. Ma il Belvedere è caratterizzato anche dalla presenza di un monumento storico di grande importanza: stiamo parlando della Certosa di San Martino.
Certosa di San Martino
Le origini della Certosa di San Martino risalgono al 1325, quando Carlo d’Angiò, Duca di Calabria e figlio di Roberto D’Angiò, fece costruire il monastero dell’Ordine dei certosini. Nel corso dei secoli questa struttura è stata oggetto di numerose modifiche, come quelle apportate nella prima metà del XVIII secolo da Nicola Tagliacozzi Canale. In particolare, in questa epoca vennero rielaborati gli spazi occupati dal priore, caratterizzati dagli affreschi Di Crescenzo Gamba. Con l’architetto Domenico Antonio Vaccaro, invece, vennero realizzate anche alcune decorazioni pittoriche da parte degli artisti di Francesco De mura e Francesco Solimena.
Alla fine del ‘700 i certosini vennero espulsi, per poi tornare definitivamente solo nel 1836, a seguito della costruzione del museo nazionale della Certosa di San Martino. Più tardi, grazie a Giuseppe Fiorelli, la struttura diventerà un bene Monumentale di proprietà dello Stato italiano.
Il museo nazionale di San Martino
Il museo Nazionale di San Martino è un complesso in cui è possibile toccare con mano la storia di Napoli dall’età borbonica fino alla età moderna. Si compone di molte sezioni, ognuna delle quali è situata in una diverse sale della Certosa. Tra queste spiccano la sezione navale, la raccolta orilia, la quadreria della Certosa, caratterizzata a sua volta da opere pittoriche e scultoree uniche, la sezione presepiale, la sala delle Carrozze, il Museo dell’Opera, la sezione della memoria e delle immagini della città, la collezione Rotondo, il gabinetto di stampe e disegni e la sezione di arti decorate e teatrali.
Come arrivare al Belvedere di San Martino
Come già accennato, accedere al Belvedere di San Martino è molto semplice. bisogna innanzitutto raggiungere il Vomero ed è possibile farlo in tre diversi modi. Si può prendere il pullman da Fuorigrotta o il c31 da Posillipo oppure la linea 1 della metropolitana e scendere alla fermata Vanvitelli. In alternativa si possono prendere anche le tre funicolari di piazza Augusteo a via Toledo, di Parco Margherita a piazza Amedeo e di Montesanto. Una volta raggiunto la collina del Vomero basta semplicemente continuare a salire verso nord è in pochi minuti si è arrivati al Belvedere.